Il blog del commercialista intervista Anna Maria Liguori

    Anna Maria Liguori è una imprenditrice di Roma e consulente d’impresa specializzata in organizzazione e controllo di gestione aziendale, business planning e ricerca e sviluppo di progetti innovativi a carattere digitale ed ambientale. Oggi lavora come project manager responsabile della divisione transazione 4.0 presso l’azienda Finance e Logistic Group. Leggiamo sul blog del commercialista che Anna Maria Liguori è anche consulente aziendale per la Finanza Agevolata e per la Transazione 4.0 digitale ed ecologica presso le aziende Spacertron Srl, Desmo4 Srl e Basil9 srl a Milano, Innovation Lab srl a Bari e MyNet srl a Mantova. La redazione ha così avuto il piacere di approfondire con Anna Maria Liguori tutto quello che c’è da sapere sul Piano nazionale Transizione 4.0.

     

    Il Piano Nazionale Transizione 4.0Camcom.it, chiamato anche Piano Nazionale Transizione 4.0, spiega Anna Maria Liguori al commercialista, è l’evoluzione del programma Industria 4.0 e ha lo scopo di potenziare la ricerca di base, di favorire il trasferimento tecnologico e di promuovere la trasformazione digitale dei processi produttivi e l’investimento di beni immateriali attraverso i crediti d’imposta. A essere toccati da queste misure sono i beni strumentali, sia materiali sia immateriali, il settore della ricerca e dello sviluppo, l’innovazione tecnologica, green e digitale, il design e l’ideazione estetica e, da ultimo ma non meno importante, la formazione 4.0.

     

    Piano nazionale 4.0: cosa c’è da sapere?

    La rete camerale di Punto Impresa Digitale, d’accordo con il Ministero italiano dello Sviluppo Economico e Unioncamere, fornisce assistenza informativa e anche azioni di sensibilizzazione attraverso un ciclo di webinar. Questi webinar, in particolare, si rivolgono alle piccole e alle medie imprese, nonché alle aziende agricole, e illustrano le misure agevolative del Piano di Transizione 4.0, come ad esempio il già citato credito d’imposta (e i suoi vantaggi), i possibili benefici, le opportunità per le aziende singole e le modalità per aderire. Le ditte, durante questi webinar, possono formulare specifiche domande, legate alle loro specifiche esigenze, oppure anche successivamente tramite il sito di Punto Impresa Digitale. I prossimi webinar, che saranno organizzati rispettivamente da PID Piacenza e PID Bolzano, si terranno il 23 novembre 2022 e il 30 novembre 2022 e saranno dedicati ai crediti d’imposta per chi investe nell’innovazione.

    Il credito d’imposta in pillole

    Il credito d’imposta, come sottolineato anche nelle faq di Punto Impresa Digitale, può essere richiesto da tutte le imprese residenti in Italia, incluse quelle che hanno come titolari o CEO dei soggetti residenti all’estero o che non vivono nella Penisola. Fanno eccezione le aziende che sono in uno stato di crisi o che hanno ricevuto una sanzione interdittiva. Il credito d’imposta non può essere trasferito, tranne in due specifici casi: nel primo, a soci che fanno parte di società trasparenti, nel secondo, a un familiare o a un collaboratore che è attivo in un’azienda a gestione familiare. In entrambi i casi, il trasferimento del credito dev’essere esposto in una dichiarazione firmata dal collaboratore. Per quanto concerne i liberi professionisti, essi possono usufruire del credito d’imposta unicamente per gli investimenti in beni strumentali tradizionali. La stessa regola vale anche per le imprese agricole e per le aziende marittime. Da ultimo, ma non meno importante, il credito d’imposta viene riconosciuto anche per i beni acquistati tramite leasing.

    Quali sono gli investimenti digitali sulla scuola nel PNNR?

    Il digitale è il modo per avviare un rinnovamento della didattica, dell’organizzazione, dei percorsi di valutazione e delle modalità di interazione con il territorio. Il Piano Scuola 4.0 che fa parte del PNNR (Piano Nazionale Ripresa Resilienza) serve a fare degli investimenti per rendere moderni i luoghi scolastici. In questo modo si avranno degli ambienti curati anche nella riorganizzazione degli spazi e cambierà, quindi, anche la struttura delle aule scolastiche, da sempre di forma quadrata con file di banchi davanti alla cattedra del docente, che ha portato a influenzare il tipo di insegnamento e di apprendimento nelle scuole. Studi nazionali e internazionali hanno constatato che questo tipo di struttura classica non è più adatta alle esigenze didattiche e formative odierne e, per fare in modo di attuare una transizione digitale, si è pensato di passare dalla didattica frontale delle aule a quella fatta di ambienti di apprendimento innovativi, connessi e digitali e di rafforzare i laboratori per le professioni digitali in modo da fornire le competenze digitali utili ad accedere agevolmente al mondo del lavoro. La Commissione Europea ha inviato all’Italia la seconda rata da 21 miliardi di euro prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo perché si è valutata in modo positivo la richiesta di pagamento che il Governo ha avanzato considerato che si sono raggiunti i 45 obiettivi del PNRR per il primo semestre del 2022.

     

    Gli investimenti digitali sulla scuola

    Il settore dell’istruzione è considerato chiave ed è quello per cui sono stati pensati molti investimenti e riforme. La seconda rata di 21 miliardi, infatti, viene dopo il prefinanziamento di 24 miliardi del mese di agosto 2021, con la prima rata di 21 miliardi che è stata versata ad aprile e costituisce un progresso all’interno della messa in atto delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR. Alla scuola sono destinati molti di questi fondi dal PNRR, circa 2.1 miliardi di euro che vanno ad attuare la transizione digitale della scuola italiana.

     

    In cosa consiste il Piano?

    Il Piano è strutturato in due parti, la prima in cui si vuole rendere 100.000 classi delle scuole primarie e secondarie con luoghi gli apprendimenti innovativi, adattabili e flessibili, connessi e integrati con tecnologie digitali, fisiche e virtuali. La seconda parte, invece, serve a creare laboratori per le nuove professioni digitali nelle scuole del secondo ciclo di istruzione attraverso laboratori collegati alle imprese e alle start-up innovative in modo da realizzare nuovi posti di lavoro nel campo delle nuove professioni digitali.